Essere nessuno: dal rifiuto all'espressione di Sé

Essere nessuno: dal rifiuto all'espressione di Sé

“Quando capitò tra le grinfie di Polifemo, il destino di Ulisse sembrava segnato: Polifemo era un gigante feroce e antropofago, d’origine divina, e ben consapevole della sua superiorità, a giudicare dal nome, Polyphemos, cioè «uno che fa molto parlare di sé». Oggi diremmo: uno che è davvero qualcuno.
Ulisse ribaltò completamente la situazione, trasformando il vantaggio di Polifemo in uno svantaggio decisivo.
«Io sono nessuno», gli disse.
Il messaggio era chiaro: «Tu sei soltanto un gigante, e perciò ti comporterai come tale; io invece non ho ruoli, e perciò non ho limiti: posso intuire, inventare, diventare, tentare qualsiasi cosa».
Ma Polifemo non lo capì, e si sa come andò: Ulisse riuscì ad accecarlo, cioè a liberarsi del suo modo di vedere il mondo.
È un racconto attualissimo. Oggi, Polifemo è ciò che il mondo vuole che si diventi: un qualcuno egoista, che parla solo di sé e che si è incastrato in qualche ruolo sociale preciso.”

Igor Sibaldi

Fai come Ulisse…

Spesso ci dimentichiamo chi siamo e lasciamo da parte la nostra creatività, la nostra personale individualità per seguire le mode, rispettare regole che ci vengono propinate da “Polifemi vestiti alla moda” sotto forma di… consigli.
Il risultato è che siamo sempre più uguali, sempre più immobili, sempre più stretti dentro le nostre taglie, il nostro peso, il nostro ruolo sociale pensando però di essere unici e liberi.
Passiamo ore sui social a capire se siamo pere, mele, otto, rettangoli, triangoli, ovali o primavere estati, autunni, inverni per trovare una regola, un trucco per apparire più belli e alla moda.

Ma, in questa ricerca e nel tentativo di assecondare questi “consigli” ,ci ricordiamo ci ho che ci piace davvero e ci rappresenta?
Ci ricordiamo di seguire le nostre passioni e i nostri valori?


Il loro modo di vedere il mondo

Siamo schiavi dello sguardo dell’altro e del suo modo di categorizzarci così tanto che lo facciamo diventare il nostro.
Seguiamo le indicazioni e i gusti degli altri, delle influencer, del nostro cantante preferito perché c’è qualcosa in loro che vorremmo ci appartenesse.
Forse per il loro successo o forse perché ricerchiamo in loro la sicurezza che sembra vacillare in noi.
È incredibile come facciamo diventare i nostri guru persone sconosciute, senza riflettere sui loro perché e sulle dinamiche commerciali che sottostanno alla loro immagine.
Seguire regole, modelli, trend è un potente paracadute, uno scudo contro la paura di essere giudicati, derisi, dimenticati: abbiamo paura di essere nessuno e soprattutto di essere rifiutati.

Cosa succede nel nostro cervello?

Tecniche di neuroimaging mostrano che quando sperimentiamo rifiuto sociale e quando proviamo dolore fisico si attivano le stesse aree cerebrali.
Infatti quando siamo vittime di esclusione o rifiuto il cervello reagisce con rabbia e tristezza anche se a farlo sono degli estranei o persone che non ci piacciono o gruppi dei quali non vorremmo far parte.

Il dolore del rifiuto a differenza di quello fisco non sparisce con il tempo ma si ripete con il ricordo, ci invade emotivamente, ripresenta la sofferenza e e scatena nel cervello una risposta simile a quella vissuta ne momento del fatto.

Cosa possiamo fare per sfruttare la creatività di essere nessuno senza venire esclusi?
La moda è passeggera, è necessario ascoltarsi profondamente per cogliere il profumo che lascia senza pensare di inseguirla ogni volta che ci presenta nuovi abiti. Capire che siamo vivi e come tali in una continua e personalissima trasformazione.

Essere nessuno per essere tutto ciò che desideri

É la personalità che mettiamo in tutto ciò che facciamo a distinguerci e che cosa è la moda se non la libera e spassionata espressione di Sè?



NON HAI SCELTO IL CORPO IN CUI SEI NATO MA PUOI SCEGLIERE OGNI GIORNO CHI VUOI ESSERE ANCHE ATTRAVERSO I TUOI ABITI.

#NOSIZEBEUNILLIMITED